Per sognare non bisogna chiudere gli occhi, bisogna leggere

Solo per errore il mio nome capitò affianco alla scritta “editore”.

Fu una stramba coincidenza, ero nel mio studiolo a casa, tra mille cianfrusaglie e anticaglie che comperavo nei mercatini.

Avevo ritagliato una targhetta da mettere sul citofono e la poggiai sull’estremità di un libro, proprio sul logo dell’editore. La scritta proseguiva e quindi si leggeva “Pasquale Gnasso Editore”.

L’idea mi piacque e con pochi soldi misi in piedi una società, tuttavia non avevo libri da pubblicare e nessun autore mi avrebbe affidato una sua opera. Allora scrissi un libro velocemente e, firmandomi con uno pseudonimo, lo pubblicai. Ero un editore piccolo piccolo, con un solo titolo pubblicato, tra l’altro scritto da me.

Di lì a poco, grazie a qualche articolo su varie riviste e grazie alla mia cortese attenzione verso gli autori che incontravo, cominciai a pubblicare libri, passando da un prefisso editoriale per soli dieci codici a un prefisso che mi consentiva di acquistare innumerevoli codici ISBN. Ho, inoltre, rilevato un altro marchio, già operante da anni, con oltre 1000 pubblicazioni, ma quello che reca il mio nome resta il più affezionato ricordo: “Pasquale Gnasso Editore”.

Sembrava un gioco, ma è diventato un gran lavoro e, soprattutto, diffondo idee, rendo noti fatti, persone e luoghi, faccio parlare della mia terra, degli ultimi, di cose talvolta dimenticate.